domenica 17 luglio 2011

WEEK-END LA

Giovedì 14



Il primo weekend della Summer School è stato trascorso nella fantastica Città degli Angeli: Los Angeles. La maggior parte di noi ha scelto questa destinazione, mentre altri hanno preferito visitare la Monument Valley. Finita la lezione, ognuno di noi ha preparato velocemente le valigie e ci siamo recati all'aeroporto Sky Harbor di Phoenix. Il viaggio aereo è stato breve (un’ora e venti minuti circa) e presto abbiamo potuto godere del “mediterraneo” clima della California. Molto presto, però, abbiamo rimpianto il clima desertico della nostra città adottiva: infatti, a Los Angeles vi è una forte escursione termica, con temperature che variano di almeno 10 gradi fra il giorno e la notte. Alcuni di noi, nei giorni seguenti sono corsi a comprare una felpa ricordo per potersi coprire la sera. Giunti al Los Angeles International Airport ci siamo divisi poichè non alloggiavamo tutti nello stesso hotel. La nostra prima idea era stata quella di noleggiare un’auto per muoversi in città dato che le distanze fra i vari punti di interesse sono notevoli. Ci eravamo divisi in tre gruppi. Noi ragazze non siamo riuscite a noleggiare l’auto poichè non disponevamo degli appropriati strumenti finanziari (eravamo in possesso di carta prepagata, mentre è richiesta una carta di credito major).

I ragazzi invece sono riusciti a noleggiarne due. Questo fatto ci ha inizialmente scoraggiate, ma alla lunga questo svantaggio si è rivelato un’opportunità (è stato più semplice muoversi in città). Dopodiché, noi ragazze ci siamo dirette verso il nostro ostello a Santa Monica, la zona costiera si Los Angeles. I ragazzi invece alloggiavano poco distante da noi. La prima impressione sul quartiere è stata ottima: la città gode di una piacevole passeggiata lungo l’oceano, ricca di locali, negozi e ristoranti in cui si respira una piacevole atmosfera giovanile. A pochi minuti di cammino dall’ostello vi è un’area pedonale in cui è possibile fare shopping o sedersi a gustare un classico hamburger con patatine e Coca-Cola. Dopo esserci sistemate nelle nostre stanze e rinfrescate dal viaggio, siamo uscite per fare un giro. Abbiamo cenato da McDonald (onnipresente in America) e successivamente abbiamo contattato i ragazzi e ci siamo ritrovati in un locale della zona. Qui abbiamo sorseggiato un drink ascoltando altri ragazzi americani che “intonavano” canzoni al karaoke. Proprio in questo locale abbiamo capito l’importanza del lasciare mance negli States. Infatti, due delle nostre ragazze volevano cantare, ma non sono mai state chiamate perchè c’era una corsia preferenziale per coloro che lasciavano una tip. Usciti dal club, abbiamo pianificato la giornata di sabato.


venerdì 15


Nonostante la stanchezza del giorno precedente reclamasse molte ore di sonno, desiderose di goderci quest’esperienza, ci siamo svegliate di buon’ora e ci siamo caricate con una colazione a base di pane e marmellata. La sera prima, arrivando all’ostello, avevamo notato che era possibile effettuare delle escursioni guidate con un’agenzia viaggi convenzionata. Quindi, ci siamo immediatamente recate a prenotare i biglietti per andare a visitare gli Universal Studios. Il tragitto verso la meta è stato molto divertente poiché eravamo su un bus aperto e potevamo godere di una vista magnifica. Giunte a destinazione abbiamo incontrato i ragazzi e siamo entrati tutti insieme. Questo parco giochi offre attrazioni per tutti i gusti: per i più coraggiosi consigliamo di mettersi alla prova nella “House of Horrors” che ripercorre le immagini più significative degli horror movies prodotti dagli Studios; i più temerari non possono non provare la scarica adrenalinica della “Jurassic Park Attraction”, mentre per i più appassionati di cinema sono perfetti il tour degli studios e un tour virtuale di Krastyland, il parco giochi dei Simpson. Tornate a Santa Monica abbiamo cenato in un tipico locale americano. Abbiamo trascorso la serata in un altro pub vicino all’ostello.


Sabato 16

Dopo l’ottima esperienza con il tour organizzato agli Universal Studios, abbiamo deciso di rivolgerci alla medesima agenzia per visitare alcune delle zone più famose di Los Angeles che hanno contribuito a costruirne l’immagine di città glamour e dello star system.


Pagando circa 60 dollari ci siamo quindi guadagnate l’accesso a Bel Air (la prima tappa del nostro tour), l’esclusivo quartiere dove risiedono molti attori, registi e cantanti. Oltrepassato il cancello di ingresso si ha subito l’impressione di trovarsi in un mondo surreale (e vagamente finto) dove le case sono maestose, le siepi curatissime e non si incontra nessuno per strada. E’ difficile ricordarsi tutte le ville che abbiamo visto, ma quelle che ci hanno colpito di più sono state di sicuro quella del sultano del Brunai, con inserti d’oro nei balconi, quella di Elton John e, ovviamente, quelle di Johnny Depp e Brad Pitt (nessuna apparizione dei proprietari da segnalare, con nostro grande disappunto).



Concluso il tour di Bel Air, ci siamo ributtati nel traffico cittadino per raggiungere Beverly Hills. Lungo il tragitto abbiamo potuto vedere due punti d’interesse per gli appassionati di cinema: la chiesa in cui è stato girato Sister Act e la scala antincendio sulla quale si arrampica Richard Gere per dichiarare il suo amore a Julia Roberts nel film Pretty Woman. Una volta giunti a Beverly Hills, il pullman ci ha lasciati nel cuore del quartiere, Rodeo Drive. La sosta è durata solo mezz’ora, ma è più che sufficiente a meno che non abbiate intenzione di fare shopping nei lussuosissimi negozi presenti, ma non era il nostro caso, quindi scattate alcune foto di rito siamo ripartiti in direzione Hollywood.


L’ultima tappa del tour è stata il quartiere di Hollywood. La sosta prevista in questo caso era di 4 ore e ne abbiamo apprezzato ogni minuto. Appena scese dal pullman ci siamo lanciate alla ricerca della stella del solito Johnny Depp sulla Walk of Fame, con la prof.ssa che lanciava chiari segnali di insofferenza, ma ha sopportato stoicamente il tour de force che le abbiamo imposto. Dopo aver trovato quello che stavamo cercando e scattato una foto, ci siamo rilassate sedendoci a gustare il vero hot dog americano da Johnny Rockets, seguito da una coppetta di gelato delle dimensione di una vaschetta formato famiglia (ebbene sì, se siete attenti alla linea, mangiare fuori negli States potrebbe essere un problema). Dopo pranzo abbiamo trascorso il resto del pomeriggio sulla Walk of Fame, tra i numerosissimi negozi di souvenirs. Verso le 17 il pullman è tornato a prenderci per riportarci all’ostello, dove abbiamo avuto giusto il tempo di una doccia prima di uscire a cena. La serata si è conclusa in un pub della zona. Un piccolo avviso sulla vita notturna di Santa Monica: la maggior parte dei locali sono pub o bar e quindi se siete amanti delle discoteche sarete costretti a spostarvi in zona Hollywood e se non siete muniti di una macchina la cosa potrebbe rivelarsi più complicata del previsto (i taxi sono costosi ed è sconsigliabile viaggiare in pullman di notte, così come ci è stato detto da ragazzi del luogo).


Domenica 17

Siamo così giunti all’ultimo giorno a Los Angeles. Il tempo è davvero volato. Il sole splendeva sulla spiaggia e quindi abbiamo deciso di andare a Venice Beach, che è raggiungibile da Santa Monica percorrendo il fantastico lungomare. Mentre camminavamo ci sembrava di essere state catapultate sul set di Baywatch: le postazioni dei bagnini, la sabbia bianca, le palme e nemmeno una nuvola sopra di noi. Venice Beach è conosciuta come la Camden Town di Los Angeles e, a nostro parere, la definizione è perfetta. È caratterizzata da una fila infinita di bancarelle hippie dove per pochi dollari si possono comprare bigiotteria artigianale, quadri, abbigliamento e molto altro. È stato molto piacevole mangiare sulla spiaggia con i surfisti di fronte a noi che facevano a gara per domare le onde. Purtroppo il tempo a nostra disposizione non è stato molto, in quanto il volo per il rientro ci aspettava.
In conclusione, Los Angeles ci ha segnato così profondamente che abbiamo tutti espresso il desiderio di tornarci.





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